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Cicerone
Difesa di Milone, 33
 
originale
 
33. An vero, iudices, vos soli ignoratis? vos hospites in hac urbe versamini? vestrae peregrinantur aures, neque in hoc pervagato civitatis sermone versantur, quas ille leges--si leges nominandae sunt ac non faces urbis, pestes rei publicae--fuerit impositurus nobis omnibus atque inusturus? Exhibe, quaeso, Sexte Clodi, exhibe librarium illud legum vestrarum, quod te aiunt eripuisse e domo et ex mediis armis turbaque nocturna tamquam Palladium sustulisse, ut praeclarum videlicet munus atque instrumentum tribunatus ad aliquem, si nactus esses, qui tuo arbitrio tribunatum gereret, deferre posses. Atque per . . . an huius ille legis quam Clodius a se inventam gloriatur, mentionem facere ausus esset vivo Milone, non dicam consule? De nostrum enim omnium--non audeo totum dicere. Videte quid ea viti lex habitura fuerit, cuius periculosa etiam reprehensio est. Et aspexit me illis quidem oculis, quibus tum solebat cum omnibus omnia minabatur. Movet me quippe lumen curiae! Quid? tu me tibi iratum, Sexte, putas, cuius inimicissimum multo crudelius etiam poenitus es, quam erat humanitatis meae postulare? Tu P. Clodi cruentum cadaver eiecisti domo; tu in publicum abiecisti; tu spoliatum imaginibus, exsequiis, pompa, laudatione, infelicissimis lignis semiustilatum, nocturnis canibus dilaniandum reliquisti. Qua re, etsi nefarie fecisti, tamen quoniam in meo inimico crudelitatem exprompsisti tuam, laudare non possum, irasci certe non debeo.
 
traduzione
 
33 O forse solo voi, giudici, non siete al corrente e vivete in questa citt? come stranieri? La vostra attenzione vaga altrove e non si sofferma su quanto in citt? si va dicendo sulle leggi - se leggi si devono chiamare e non fiamme incendiarie della citt?, peste della repubblica -, quelle che Clodio stava per imporre e marchiare a fuoco su noi tutti? Ti prego, Sesto Clodio, mostra, mostra la cassettina delle vostre leggi, perch? dicono che te la sei portata via da casa e che l'hai messa in salvo, quasi fosse il Palladio, dal baccano notturno delle armi, per poterla consegnare come preziosissimo dono e strumento del tribunato, se per caso ti fossi imbattuto in uno disposto a condurre il tribunato seguendo i tuoi desideri. Ecco che mi ha lanciato un'occhiata delle sue solite di un tempo, quando minacciava tutti di ogni sorta di mali. Che paura mi fa, questo splendore della curia! Ma come? Tu pensi che io sia adirato con te, Sesto, che hai anche inferto al mio pi? grande nemico una punizione ben pi? crudele di quella che, data la mia umanit?, avrei osato chiedere? Tu hai trascinato fuori di casa il cadavere insanguinato di Publio Clodio, tu lo hai buttato tra la gente, tu lo hai spogliato delle immagini degli antenati, delle esequie, del corteo, dell'elogio, e, gi? mezzo bruciacchiato da un incendio funesto, lo hai lasciato in pasto ai notturni cani randagi. Perci?, se anche ti sei comportato empiamente, tuttavia, considerando che hai scatenato la tua ferocia contro un mio nemico, non posso complimentarmi, ma non devo affatto prendermela con te.
 

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